I calabresi preferiscono l’acqua confezionata

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Una famiglia su due non si fida a bere dal rubinetto. Lo attesta l’ultimo report dell’Istat secondo cui nella regione il consumo di acqua minerale in bottiglia riguarda 51,1%. A rilevarlo è Assoutenti

La provincia calabrese più economica per quanto concerne i prezzi per una confezione di 6 bottiglie da 1,5 litri, è quella di Catanzaro con 1,77, seguita da Reggio Calabria (1,96)

CATANZARO - Una famiglia calabrese su due non si fida a bere l’acqua del rubinetto e l’acquista confezionata. Lo attesta l’ultimo report dell’Istat secondo cui nella regione il consumo di acqua minerale in bottiglia riguarda 51,1% delle famiglie, molto più alta della media nazionale che è pari al 29,4%. A rilevarlo è Assoutenti che in occasione della Giornata Mondiale dell’acqua lancia l’allarme sull’aumento dei prezzi delle acque minerali. “Nel 2022 i consumi di acque minerali – sottolinea l’associazione – hanno raggiunto quota 14,9 miliardi di litri con un aumento del 9% sul 2021 e una media pro-capite pari a 252 litri. Si tratta di uno dei beni alimentari che nell’ultimo anno ha subito i maggiori incrementi dei listini. In base all’ultimo dato Istat sull’inflazione, un litro di acqua costa oggi in media il 15% in più rispetto allo scorso anno. Prezzi schizzati alle stelle anche per effetto dei maggiori consumi da parte degli italiani, ma che appaiono estremamente diversificati sul territorio”.

La provincia calabrese più economica per quanto concerne i prezzi per una confezione di 6 bottiglie da 1,5 litri, è quella di Catanzaro con 1,77, seguita da Reggio Calabria (1,96), Cosenza (1,97). “Gli italiani pagano a caro prezzo i problemi della rete idrica e la pessima gestione dell’acqua nel nostro paese – afferma il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – e subiscono rincari dei prezzi astronomici se decidono di optare per le acque minerali. Per questo vediamo con favore la nascita di un Commissario straordinario, a cui chiediamo di indagare da subito sul business delle acque in bottiglie che garantisce enormi profitti ai privati a fronte di canoni irrisori pagati allo Stato, e di puntare il faro sui piani di emergenza idrica che rappresentano un obbligo di legge in capo alle Ato e ai gestori del servizio idrico”. 

A proposito di Giornata mondiale dell’acqua, della disastrosa situazione della rete idrica "colabrodo" calabrese, all'attenzione delle Corti dei Conti, parla invece dove il Codacons ha denunciato tutte le omissioni da parte degli Enti locali che hanno fatto poco o nulla per risolvere tale criticità. 

Secondo gli ultimi dati diffusi oggi dall'Istat, nel 2020 in Italia sono andati perduti 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell'acqua immessa in rete, a causa dei problemi della rete nazionale idrica. In Calabria, poi, il dato delle perdite è del 50 %.

Una situazione che non solo rappresenta un grave spreco per una risorsa preziosa come l'acqua, ma influisce sull'emergenza siccità danneggiando coltivazioni, allevamenti ed ecosistemi con danni economici e ambientali abnormi. 

Per questi motivi il Codacons ha presentato un esposto alla Corti dei Conti regionale, chiedendo di aprire una indagine nei confronti della Regione, SoRICal e dell’Autorità di vigilanza per non aver adottato le misure necessarie alla eliminazione degli sprechi, alla luce delle responsabilità per la possibile violazione dei principi di economicità ed efficienza che regolano la Pubblica Amministrazione, con gravi ripercussioni, disservizi e disagi a discapito della collettività.