Sanità, il ritorno alla normalità può attendere

Raccogliendo le istanze del presidente della Regione Occhiuto, il governo ha prorogato fino al 31 dicembre il Decreto Calabria e la gestione straordinaria del settore

 

Ancora in vigore il regime che prevede misure speciali e prolunga di quasi 8 mesi il commissariamento che dura ormai da 13 anni 

Ancora quasi 8 mesi di regime speciale. La sanità della Calabria è un’emergenza ormai cronicizzata, al punto da richiedere puntualmente il prolungamento della sua gestione straordinaria, affidata dal 2010 a commissari nominati dal governo. Venendo incontro alle istanze e alle esigenze del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, l’attuale commissario della sanità calabrese, nelle pieghe di un decreto “omnibus”, il Consiglio dei ministri ha approvato la proroga fino al 31 dicembre del cosiddetto “Decreto Calabria”, il provvedimento che contiene misure straordinarie per affrontare le perduranti gravi criticità del settore e per preparare il terreno al ritorno alla gestione ordinaria dell’Ssr.

Un provvedimento arrivato in “zona Cesarini”: nato nel 2019 con l’allora governo giallo-verde su input del Movimento 5 Stelle, il “Decreto Calabria” ora convince anche il centrodestra, che pure l’aveva a suo tempo avversato. L’ulteriore proroga del commissariamento conferma sul piano politico l’asse tra la Giunta calabrese guidata da Roberto Occhiuto, uno dei big di Forza Italia, e il governo di Giorgia Meloni. Ma oltre che sul piano politico, anche su quello concreto questa ulteriore proroga del Decreto Calabria avrà degli effetti piuttosto significativi: i più importanti sono la permanenza in carica degli attuali commissari delle Asp e delle aziende ospedaliere (che comunque dovranno essere esplicitamente confermati entro due mesi dall’entrata in vigore del testo), e – spiegano i più attenti analisti politici – la possibilità per il governatore e commissario Occhiuto di poter godere di spazi di manovra più ampi  e discrezionali nella scelta dei manager. Su un dato però in tanti osservatori concordano: con la proroga della legislazione speciale comunque viene cristallizzata ancora una volta la situazione di emergenza del settore in Calabria. Emergenza del resto plasticamente resa ad agosto dalla decisione dello stesso Occhiuto di ricorrere all’ingaggio di medici da Cuba per sopperire alle gravissime carenze di personale sanitario. L’arrivo degli operatori caraibici – una prima tranche è entrata in servizio ad agosto negli ospedali maggiormente sofferenti della provincia di Reggio Calabria mentre altri ne sono attesi a breve – ha alimentato le sempre infuocate polemiche che caratterizzano storicamente la sanità calabrese, anche se Occhiuto ha sempre specificato che si tratta di una misura “tampone”. Ora arriva questa nuova (e verosimilmente ultima)  proroga del “Decreto Calabria” che è un altro strumento a disposizione di Occhiuto per accelerare la fine dell’emergenza e il ritorno alla normalità della sanità calabrese.