Straordinaria gara di solidarietà dei calabresi, che con atti concreti hanno manifestato la vicinanza alle famiglie delle vittime e ai superstiti
La nobiltà e la solidarietà della Calabria e la miseria delle polemiche politiche. La strage dei migranti nelle acque di Steccato di Cutro registra questa drammatica contraddizione tra il comportamento dei volontari e della gente comune, che si è unita nel dolore per le tante vittime, sopratutto bambini, di questa tragedia e si è anche prodigata in atti concreti di grande umanità, e il comportamento dei rappresentanti delle istituzioni e della politica, che al solito hanno strumentalizzato la vicenda con dichiarazioni irrispettose e inopportune.
Hanno così fatto discutere le parole del ministro dell'Interno Piantedosi il giorno dopo il naufragio: «La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli», ha detto Piantedosi ribadendo la linea del Governo - « per evitare tragedie bisogna fermare le partenze lavorando con i Paesi di provenienza e chi entra in Italia lo deve fare attraverso i canali legali, non su barconi insicuri» - ma scatenando furiose reazioni. «Il ministro si vergogni, da lui uno schiaffo alle vittime», «c'è da inorridire alle parole di Piantedosi che non sa dire altro, di fronte a una tragedia come quella di Crotone, che bisogna bloccare gli sbarchi», «un misto di cinismo e assenza di rispetto», «la colpa secondo lui è tutta di chi parte, ignorando le ragioni che spingono a fare una scelta così rischiosa. Come ha potuto esprimersi così davanti a 60 morti tra cui 14 bambini?»: queste alcune delle repliche alle parole di Piantedosi. Molto sereno invece il giudizio del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che ha chiesto all'Europa ma anche allo Stato di fare di più ricordando che la Calabria ha accolto, senza alzare polveroni, 18mila migranti solo nel 2022, e sottolineando la generosità dei calabresi.
E del resto, tante sono state le manifestazioni di umanità delle comunità locali, che si sono subito messe a disposizione per sostenere logisticamente ed economicamente i superstiti e le famiglie delle vittime. Il simbolo di questa bella Calabria è la signora Nicoletta Parisi, un'anziana di Botricello, titolare di un atelier, vedova, che ha messo a disposizione i loculi di famiglia per dare una degna sepoltura alle piccole vittime. «In me sono scattati vecchi ricordi datati di cinquant’anni – ha raccontato Nicoletta – quando nella guerra in Russia ho perduto mio zio che ha combattuto per la libertà. Non abbiamo mai più recuperato il suo corpo. Io voglio che a questi bambini sia data questa possibilità. Noi su questa terra siamo tutti profughi e tutti abbiamo necessità di avere la Misericordia divina».