Un avamposto sempre più forte contro le cosche

Alla presenza del ministro dell’Interno è stata inaugurata la nuova sede operativa della Dia di Catanzaro: in arrivo un consistente aumento dell’organico

Piantedosi: segno di grande considerazione verso questo territorio, che riceverà significativi  investimenti in termini non solo economici

Cambia sede e si rafforza in vista di un impegno sempre più incessante e sempre e più proficuo nel contrasto alla 'ndrangheta. La nuova sede della Direzione investigativa antimafia di Catanzaro viene elevata a Centro operativo, diventando quindi un punto di riferimento prioritario nella lotta alla criminalità organizzata. 

A inaugurare il nuovo Centro operativo della Dia di Catanzaro è stato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, accompagnato dal capo della polizia Lamberto Giannini, dal direttore della Di Maurizio Vallone e dal sottosegretario dell'Interno Wanda Ferro. La nuova sede della Dia sorge in un bene confiscato alla cosca reggina dei Mammoliti negli anni '90. Vent'anni fa i locali ospitavano una concessionaria appartenente al clan. All'interno, sulle porte delle stanze, sono impresse le foto di vittime delle mafie. 

«Un segno importantissimo, di grande considerazione per la Dia e Catanzaro», ha commentato il ministro Piantedosi. «Eleviamo il livello di questo centro: ci sarà sicuramente – ha aggiunto  Piantedosi - una implementazione degli organici, confidiamo molto sulla capacità di applicare sempre più la professionalità della Dia sui territori. Catanzaro non è un piccolo centro, è un capoluogo di regione, è un centro molto importante per noi dal punto di vista della sicurezza, e sicuramente sarà destinataria degli investimenti migliori. La priorità - ha detto ancora Piantedosi - è la lotta a tutte le organizzazioni criminali. La 'ndrangheta è sicuramente una delle organizzazioni più importanti dal punto di vista dello spessore criminale e sicuramente alla 'ndrangheta vengono indirizzate le migliori risorse».

Sulla stessa lunghezza d'onda il direttore della Dia Vallone: «Un segnale importantissimo perché dove prima c'era la mafia, c'era riciclaggio, oggi invece c'è la Dia e c'è lo Stato e quindi una ulteriore presenza in questo territorio. Ancora più importante – ha proseguito Vallone - è il fatto che da sezione questo ufficio viene passato a Centro operativo, e questo vuole dire che viene elevato di livello dirigenziale, avrà più uomini e più mezzi e più possibilità di combattere la criminalità organizzata in un territorio vasto e complesso qual è quello del Catanzarese, del Vibonese e del Crotonese. L'impegno della Dia qui da sempre è notevolissimo, e adesso lo sarà ancora di più: l'inaugurazione e l'elevazione del Centro operativo è un segnale di grande attenzione dell'intero Dipartimento per questo territorio che – ha concluso Vallone - ha necessità di una fortissima presenza per contrastare una criminalità organizzata particolarmente aggressiva».

Sicurezza e lotta ai clan, «attenzione crescente» del governo 

Gli obiettivi e i risultati della visita del ministro dell'Interno a Catanzaro: in prefettura firmato un accordo istituzionale per la gestione dei beni confiscati

Piantedosi ha presieduto la riunione del Cosp: «Dal procuratore Gratteri segnalazioni importanti, rassicuriamo sull’invio di più uomini»

 

Il potenziamento degli organici e la valorizzazione dei beni confiscati alla 'ndrangheta: sono stati questi i due obiettivi al centro della visita del ministro dell'Interino Matteo Piantedosi a Catanzaro. Nella Prefettura del capoluogo calabrese Piantedosi ha presieduto una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e poi la firma di un accordo istituzionale tra l'Agenzia per i beni confiscati e la Regione Calabria.

Con riferimento alla riunione del Comitato, Piantedosi ha specificato che «è stata molto utile, perché ci ha consentito di ascoltare - e qui ringrazio il procuratore generale e il procuratore Gratteri – i problemi esistenti. Io mi ero predisposto soprattutto all'ascolto perché i problemi di contrasto alla criminalità organizzata non si limitano al contesto territoriale locale, catanzarese e regionale. Sappiamo che le consorterie che agiscono partendo da qui hanno una connotazione addirittura transnazionale, quindi – ha rilevato il ministro dell'Interno - è stato molto importante l'ascolto di alcune visioni e caratterizzazioni che ci sono state offerte, tali da poter supportare iniziative che assumeremo di carattere ordinamentale, di risorse e quant'altro a livello nazionale». Piantedosi ha poi spiegato: «Ci è stata fatta una forte invocazione di supportare con risorse di personale e logistiche adeguate i reparti a supporto dell'autorità giudiziaria di questo territorio e abbiamo dato rassicurazioni. È un territorio che già fruisce di un'attenzione del ministero dell'Interno: l'attenzione è crescente, allo stato prevediamo di rinforzare gli organici di almeno una trentina di unità di personale».

Quanto al tema dei beni confiscati, l'intesa tra Agenzia e Regione Calabria, rappresentata dal presidente Roberto Occhiuto, punta a una più efficace politica di valorizzazione e all'individuazione di nuove modalità di riuso e rigenerazione urbana del territorio, anche attraverso la collocazione di presìdi delle forze di polizia. A sottoscrivere l'accordo sono stati il direttore dell'Agenzia, Bruno Corda, e il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Secondo il ministro Piantedosi «è un protocollo importante, perché ha una componente di formalizzazione e solennizzazione di una collaborazione istituzionale che già esisteva. Il tema di avere buone performance di destinazione dei beni confiscati e del loro utilizzo proficuo è un tema molto sfidante per il governo, perché significa accompagnare la grande capacità delle forze di polizia ad aggredire i patrimoni criminali al valore non solo simbolico di ridestinarli a fini sociali e a utilizzi appropriati».