Amministrare giustizia, il vulnus Catanzaro

Alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto emergono ancora una volta le criticità del settore: fortemente contesta la riforma Cartabia

La relazione del presidente ff della Corte d’appello Reillo conferma inoltre la presenza pervasiva della criminalità organizzata

 

Le difficoltà della giustizia nel Distretto di Catanzaro, tra riforme contestate, soliti problemi di carenza di organico e aggressione della criminalità, organizzata e non. Anche l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2023 conferma le criticità del settore. A evidenziarle nella sua relazione il presidente vicario della Corte d'appello di Catanzaro, Gabriella Reillo. 

«Con la previsione dell'improcedibilità in appello, istituto fondato sulla riduzione dei termini, il legislatore – osserva la Reillo - ha riversato sulle spalle della magistratura la propria pavidità, non avendo avuto il coraggio di prevedere una seria depenalizzazione, atteso il dilagante populismo giustizialista. Con la conseguenza che l'improcedibilità si risolverà in una amnistia generalizzata e per tutti i reati, anche quelli più gravi, qualora dovesse attribuirsi alla norma natura sostanziale, alla stregua dei precedenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità e costituzionale. Purtroppo - aggiunge la presidente ff della Corte d'appello di Catanzaro - quanto manca alla politica sulla giustizia è una cultura 'di sistema' che parta da dati concreti, rilevati sul territorio, e che si faccia carico di effettuare proiezioni di fattibilità, rispetto agli organici ed alle dotazioni nonché alla conseguibilità degli obiettivi enunciati.  Invece assistiamo ad un affastellarsi di riforme che si susseguono senza che prima vengano verificati gli effetti delle precedenti, nel proseguimento di meri effetti propagandistici. Devo rilevare – dice la Reillo riferendosi alla riforma Cartabia - che anche questa è permeata dall'illusione di ridurre i tempi processuali attraverso una riduzione dei termini. Sembra non ci si renda conto che i tempi non sono ritardati da termini eccessivamente lunghi bensì dall'eccessivo carico giudiziario che si abbatte su Procure e Tribunali, dalle endemiche e rilevanti scoperture degli organici, dal collo di bottiglia che si verifica nelle corti di Appello quanto a sopravvenienze e risorse per la loro evasione».

Quanto all'attività dei tribunali e delle procure rientranti nel Distretto di Catanzaro, per la Reillo «anche quest'anno è stata incentrata in maniera preponderante sui procedimenti aventi a oggetto delitti di competenza della Dda, essendo elevato il numero dei maxiprocessi per reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché vari reati-fine. Tale situazione si pone in diretta e immediata correlazione con il fenomeno della presenza e proliferazione sul territorio di forme complesse di criminalità organizzata».