Diminuiscono i residenti, gli stranieri crescono di poco

Sono dati significativi quelli diffusi dal “Rapporto immigrazione 2022” e che riguardano, nello specifico, la Calabria, redatto da Roberta Saladino del Centro Studi e Ricerche Idos

In prevalenza dai Paesi dell’Europa dell’Est, come Russia (donne 83,8%), Bielorussia (83,3%), Polonia (82,0%), Ucraina (75,2%) e Moldavia (68,5%)

CATANZARO - A fine 2021, secondo i dati provvisori dell’Istat, la popolazione straniera residente in Calabria è pari a 93.845 unità, facendo registrare un incremento di 849 individui rispetto ai dati censuari del 2020. Nella graduatoria delle regioni per numero di residenti stranieri la Calabria scivola così al 14° posto, lasciando il 13° al Trentino-Alto Adige. L’incremento dei residenti stranieri si osserva in tutte le province ad eccezione del crotonese (-946): quella di Cosenza registra un aumento poco superiore alle 1.000 unità, seguita da quelle di Reggio Calabria (+432), Catanzaro (+271) e Vibo Valentia, con circa 40 stranieri in più. Sono dati estremamente significativi quelli diffusi dal “Rapporto immigrazione 2022” e che riguardano, nello specifico, la Calabria, redatto da Roberta Saladino del Centro Studi e Ricerche Idos.

 

Tra i residenti stranieri – è scritto nel report – il rapporto tra i generi risulta comunque equilibrato, con una leggera prevalenza di donne: al 31 dicembre 2020 sono il 50,2% del totale. La proporzione, tuttavia, è estremamente variabile in funzione della cittadinanza. Con riferimento alle collettività di una certa rilevanza numerica, essa è nettamente sbilanciata in favore delle donne per quelle originarie dei Paesi dell’Europa dell’Est, come Russia (donne 83,8%), Bielorussia (83,3%), Polonia (82,0%), Ucraina (75,2%) e Moldavia (68,5%), da cui la maggior parte delle donne arriva in Italia per svolgere lavori di supporto e cura alle famiglie. Al contrario quote prevalenti di uomini si rilevano tra i residenti ghanesi (91,7%), pakistani (90,6%), senegalesi (88,7%), bangladesi (85,7%), egiziani (85,3%) e tunisini (61,3%). Pressoché solo uomini sono i cittadini residenti del Gambia (97,2%) e del Mali (98,3%). Rapporti di genere più equilibrati si riscontrano per alcune collettività di più antico insediamento, come quelle marocchina, dove le donne rappresentano il 44,9% dei residenti, e albanese (50,3%). La collettività cinese, invece, prevalentemente strutturata in famiglie, presenta una perfetta parità tra i generi.

Sulla base dello scenario di previsione “mediano”, dunque, l’Istat prevede una decrescita della popolazione residente in Calabria nel prossimo decennio: da 1.894.110 al 1° gennaio 2020 (punto base delle previsioni) passerà a 1.755.756 nel 2030 e l’Ir avrà un aumento pari a 14,5 punti percentuali (154,6%). Via via che le generazioni nate negli anni del baby boom tenderanno a estinguersi, questo squilibrio aumenterà verosimilmente sempre di più. Le previsioni sul futuro demografico in Calabria restituiscono un potenziale “quadro di crisi” che necessita l’adozione di più specifiche politiche socioeconomiche come strumenti di riequilibrio e di risposta strutturale ai cambiamenti demografici.

Le provenienze degli studenti stranieri risultano estremamente variegate, ma al contempo i numeri più elevati coinvolgono un gruppo limitato di Paesi; il 66,9%, infatti, proviene da Romania (3.159), Marocco (2.965), India (663), Albania (646) e Ucraina (575).