La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni
CATANZARO - “L’emergenza morti sul lavoro non si ferma. Da gennaio ad agosto 2022 sono 677 i lavoratori che hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di 84 vittime al mese. E sono 496 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 181 in itinere. Lo scorso anno i decessi totali erano 772, quindi, apparentemente stiamo osservando un decremento della mortalità (-12,3%)<2”. E’ quanto afferma Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, parlando dell’ultima indagine elaborata dagli esperti del proprio team che descrive forme e contenuti di una tragedia in continua crescita.
Un dramma che si concretizza anche nelle denunce totali di infortuni cresciute del 38,7% rispetto al 2021, arrivando a quota 484.561; con il settore della Sanità in testa alla graduatoria degli infortuni in occasione di lavoro (65.913 denunce); seguono: Attività Manifatturiere e Trasporti. Il dato più interessante e significativo per raccontare l’emergenza, però, rimane il rischio reale di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia..
A finire in zona rossa alla fine dei primi otto mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Umbria, Molise, Calabria e Puglia. In zona arancione: Basilicata, Piemonte, Toscana, Sicilia, Campania e Marche. In zona gialla: Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Sardegna e Lombardia. In zona bianca: Abruzzo, Liguria e Friuli Venezia Giulia. A guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è, possiamo dire inevitabilmente a livello statistico, la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (74) che, per contro, come abbiamo visto in precedenza, presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale. Seguono: Lazio e Piemonte (45), Veneto (43), Emilia Romagna e Campania (40), Toscana (39), Puglia (34), Sicilia (33), Trentino Alto Adige (22), Calabria (15), Marche (14), Sardegna e Umbria (11), Abruzzo e Liguria (7), Valle D’Aosta (6), Basilicata (5), Molise (3) e Friuli Venezia Giulia (2).
Nei primi otto mesi del 2022 il settore Costruzioni fa registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 78. Seguono: Trasporti e Magazzinaggio (73) e Attività manifatturiere (53). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (182 su un totale di 496). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 68,1 infortuni mortali ogni milione di occupati. L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 11,7), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 14,8 infortuni mortali ogni milione di occupati.