CATANZARO – Ferrero, no grazie. I produttori della nocciola tonda calabrese vogliono realizzare in proprio un impianto per la trasformazione del loro prodotto e hanno detto di no all’azienda piemontese che produce la crema spalmabile più famosa.
Si tratta dei proprietari di 350 ettari su cui sono impiantati gli alberi da cui si ricavano circa 3.000 quintali di nocciole fra Cardinale e Torre Ruggiero, nel basso Ionio catanzarese. Nel comprensorio si dedicano alla coricoltura 40 persone che realizzano il 90% della produzione calabrese. Ma negli anni 70-80 si produceva molto di più: 16.000 quintali di nocciole l’anno. Adesso si lavora al fine di incrementare l’attività per portarla almeno ai livelli del passato. L’attività coricola, in quest’area, vanta una lunga tradizione: la coltivazione delle nocciole risale al 1700.
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