Nel 1939 compose una canzone diversa dalle altre: "Strange Fruit", brano che condannava coraggiosamente la storia del linciaggio dei neri
Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, il film diretto da Lee Daniels, racconta la vera storia della leggendaria cantante blues e jazz Billie Holiday, che con la sua voce e il suo stile unico e inconfondibile ha contribuito a formare la musica popolare americana.
Il film in particolare racconta di un episodio drammatico che segnò la tormentata vita dell'artista. Nel 1939 compose una canzone diversa dalle altre: "Strange Fruit", brano che condannava coraggiosamente la storia del linciaggio dei neri negli Stati Uniti e che fu un successo inaspettato. Da quel momento Billie Holiday (Andra Day) viene presa di mira dal Dipartimento Federale dei Narcotici con un'operazione sotto copertura. Il governo vedeva quella canzone come una minaccia e temeva che avrebbe galvanizzato la rabbia dei neri americani, per questo motivo l'FBI ingaggiò contro la donna una battaglia personale, legando la sua tossicodipendenza a motivi razziali. Il film evidenzia anche alcuni aspetti della complessa relazione d'amore tra Billie Holiday e Jimmy Fletcher (Trevante Rhodes), l'agente nero incaricato di seguire i suoi movimenti.
Tratto dal libro Chasing the Scream di Johann Hari, il film è diretto da Lee Daniels. Negli anni 40 Eleanora Fagan, in arte Billie Holiday, collezionava successi in tutto il mondo, mentre il governo federale statunitense decideva di trasformare la Holiday nel capro espiatorio di una dura battaglia contro la droga prendendo di mira la sua fragile e complicata vita. Il fine ultimo delle azioni contro la cantante era impedirle di eseguire la sua ballata Strange fruit, un brano di denuncia contro i linciaggi del governo degli Stati Uniti e contributo essenziale per il movimento per i diritti civili.
Con Gli Stati Uniti contro Billie Holiday il regista ha cercato di portare sul grande schermo una Holiday che fosse riconosciuta per il suo impegno politico, andando oltre il film biografico La signora del Blues del 1972 che la ritraeva soltanto come una cantante dipendente da marjuana e eroina.
Al contrario di molti biopic Gli Stati Uniti contro Billie Holiday sceglie di soffermarsi su un periodo preciso dell’esistenza della cantante, facendola assurgere a simbolo della lotta per i diritti civili degli afroamericani e insistendo sul contrasto fra l'immagine pubblica della dama del jazz e il suo privato, fatto di alcool e di droga. Il regista indugia spesso e volentieri su siringhe e lacci emostatici, dimenticando di approfondire il rapporto fra Bille e il governo americano e di creare un vero e proprio climax. Andra Day è sublime, e bellissima la sequenza in cui Billie trova l’ispirazione per la tristissima "Strange Fruit" (Carola Proto - Comingsoon.it)