CRONACA | “Alibante”, la ‘ndrangheta politica e impresa

Imponente operazione dei carabinieri coordinati dalla Dda di Catanzaro svela le infiltrazioni della cosca Bagalà nei comuni del Tirreno catanzarese.  Accertati condizionamenti sulle elezioni e sulle amministrazioni di Falerna e Nocera Terinese e gli interessi economici della consorteria

Il controllo totale di ogni aspetto della vita quotidiana, anche quella politica e amministrativa, sulla fascia tirrenica del Catanzarese e i rapporti con il "Gotha" della 'ndrangheta rappresentato dalle famiglie mafiose di San Luca e del Vibonese. Sono questi i due aspetti dell'ascesa criminale della cosca Bagalà che la Dda di Catanzaro ha ricostruito nell'operazione "Alibante" con la quale i carabinieri hanno dato esecuzione a 19 misure cautelari, colpendo una consorteria 'ndranghetista finora solo lambita dai blitz delle forze dell'ordine. A porre fine a oltre 30 anni di dominio assoluto su un territorio molto esteso, compreso tra i Comuni di Falerna e di Nocera Terinese, il coraggio di due imprenditori che hanno trovato la forza di denunciare anni di angherie e di oppressioni dando l'input per un'indagine che ha evidenziato la capacità della cosca Bagalà e del suo leader indiscusso, Carmelo Bagalà,  di evolversi, espandersi e diventare talmente potente da condizionare sistematicamente le elezioni comunali e le amministrazioni municipali dei due centri del Catanzarese dal 2014 a oggi e da allacciare una fitta rete di relazioni con le più note famiglie di 'ndrangheta, come i Pelle di San Luca e i Mancuso di Limbadi.

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