Truffa sui falsi testamenti, arrestate nove persone. Ai domicliari anche un noto penalista

L’operazione ha certificato l’esistenza di un sodalizio criminale dedito ai falsi testamenti e al successivo reimpiego delle somme illecitamente introitate

CATANZARO – Una vera e propria truffa sui falsi testamenti è stata scoperta in Calabria e 9 persone sono state arrestate da un’operazione congiunta dei carabinieri di Catanzaro e della squadra Mobile del capoluogo. Gli indagati farebbero parte di un’organizzazione dedita alla falsificazione di testamenti di anziani per impossessarsi di denaro e beni immobiliari. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, falsità in testamenti, riciclaggio ed auto riciclaggio, accesso abusivo a sistema informatico e corruzioneUn vero e proprio terremoto giudiziario, che ha visto coinvolto anche un noto avvocato catanzarese e un dipedente delle Poste Italiane.

In carcere sono finiti Marco Scalzo, ritenuto il capo dell’organizzazione e Luciano Crispino, dipendente delle poste. Oltre all’avvocato Salvatore Bruno sono stati arrestati e posti ai domiciliari Ortenzia Fabiano, Roberto Barbuto, Sonia Matera, Giuseppe Aiello, Sara Moumen, e Gianfranco Cappellano, tutti ai domiciliari.

Truffa sui falsi testamenti: business illegale da 1,5 milioni di euro

L’indagine, sviluppata da marzo 2020 a luglio 2021, avrebbe accertato l’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla falsificazione di testamenti e al successivo reimpiego delle somme illecitamente guadagnate. Complessivamente sarebbero stati sottratti 1,5 milioni di euro. Il tutto anche con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di aziende fantasma intestate a prestanome o comunque sempre riconducibili agli indagati. L’attività d’indagine ha consentito di mettere in luce il ruolo esercitato da ogni appartenente all’associazione, individuando distintamente la persona di Marco Scalzo, ritenuto il capo dell’organizzazione e i partecipi.

L’attività criminosa: “a caccia” di persone anziane da truffare

Secondo l’accusa, alcuni dei componenti individuavano i soggetti in età avanzata, privi di familiari, che avevano a disposizione cospicue somme di denaro depositate alle Poste, mentre altri provvedevano a reperire tutta la documentazione inerente il defunto. Successivamente veniva selezionato un erede ad hoc e contestualmente veniva pubblicato il testamento, falso, e tramite un procuratore speciale appositamente nominato, veniva incassata l’eredità o, come accertato in alcuni casi, c’era il tentativo di riscuoterla. 

In manette un dipendente di Poste Italiane

Il dipendente di Poste Italiane, secondo le accuse contestate, accedeva illecitamente ai sistemi telematici interni. L’uomo si occupava di ricercare e indicare i soggetti, quasi sempre privi di discendenti diretti e con ampi patrimoni mobiliari, per i quali procedere alla falsificazione, ottenendo in cambio somme di denaro. Per fare ciò, prima di incassare l’eredità, gli indagati, secondo l’accusa, aprivano una serie di conti correnti riconducibili ai falsi eredi appartenenti al gruppo o a società false ed inesistenti. Contestualmente veniva pubblicato il testamento, evidentemente falso e, tramite un procuratore speciale appositamente nominato, veniva incassata l’eredità. Oppure, come accertato in alcuni casi, emergeva il tentativo di riscuoterla. In ragione di ciò, prima di incassare l’eredità, gli indagati aprivano una serie di conti corrente che risultavano riconducibili ai falsi eredi appartenenti al gruppo in questione o a società false ed inesistenti.

Truffa sui falsi testamenti

Alcuni degli indagati, tra i quali alcuni professionisti, nelle fasi di apertura dell’eredità, si prestavano ad essere testimoni o procuratori speciali in sede di esecuzione dei testamenti. Tutto questo con la consapevolezza della loro falsità. Le investigazioni sono state effettuate, oltre che con le attività di carattere tradizionale, anche con l’attivazione di presidii di natura tecnica. Oltre alle misure cautelari personali, a carico degli indagati, sono stati poi eseguiti sequestri preventivi di natura patrimoniale sia dei conti correnti che dei beni immobili e mobili. Il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari.

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