Sotto sequestro tre appartamenti utilizzati per le attività illecite nei quali i “protettori” facevano prostituire le donne
Gli indagati avevano messo in piedi un vero e proprio giro di prostituzione e chiedevano agli occupanti degli immobili dediti all’attività di meretricio, somme di denaro notevolmente superiori al valore di mercato. L’attività investigativa, messa in atto attraverso intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione, pedinamento e controllo, ha consentito di accertare l’esistenza di un’attività illecita di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione posta in essere dagli indagati in concorso tra loro, ciascuno con ruoli e compiti ben precisi.
I “protettori” difatti, avrebbero dato vita ad una fiorente attività di prostituzione all’interno degli immobili di proprietà di uno dei soggetti indagati, nei quali le donne erano solite prostituirsi, favorite dal sostegno logistico fornito dagli altri indagati che si preoccupavano di garantire alle donne gli spostamenti ed il necessario per l’attività illecita.