Migranti, Occhiuto «trasformiamo il problema in opportunità, accogliamo manodopera»

Nel suo intervento a Gizzeria Lido, il presidente Occhiuto ha dichiarato: "i migranti possono darci una mano in tante mansioni che gli italiani non vogliono più svolgere"

 

GIZZERIA (CZ) – Mentre sono in arrivo in Calabria, tra Roccella Jonica, Crotone e Reggio, altri 546 migranti, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenendo agli “Stati generali del Mediterraneo” sul tema “Zes Calabria al centro del Mediterraneo”, in corso a Gizzeria Lido, ha commentato positivamente la lotta agli scafisti “ma – ha detto – trasformiamo problema in opportunità, accogliamo manodopera da Paesi Mediterraneo. L’emergenza migranti è una sfida per tutti noi. L’Italia è accogliente, la Calabria ha dimostrato grande solidarietà, ma occorre lavorare per regolare gli arrivi.
Il governo Meloni sta avendo un approccio corretto, e con il decreto approvato due settimane fa vuole colpire gli scafisti e prevedere flussi di ingresso. E sarebbe corretto investire in un nuovo piano Mattei per arginare gli arrivi”.

Trasformare un problema in opportunità

“Ma dobbiamo anche lavorare per trasformare un problema in opportunità: i migranti possono darci una mano in tante mansioni che gli italiani non vogliono più svolgere. La mia personale opinione sul punto è che dovremmo accogliere la manodopera da alcuni Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Faccio un esempio: Msc, che è il più grande terminalista che opera presso il porto di Gioia Tauro, si appresta a realizzare la più grande fabbrica di container in India, perché lì il costo del lavoro è decisamente più basso, e quel Paese gli fornisce operai specializzati che in Italia non ci sono”.

“Ecco perché – conclude il presidente della Regione – un piano di attrazione degli investimenti deve tenere conto dell’incrocio fra domanda e offerta di lavoro, che si apra anche ad accogliere i lavoratori di altre realtà. Se avessimo, appunto, questa migrazione da domanda dai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, utilizzeremmo questa circostanza come un fatto di grande emancipazione sociale, e favoriremmo le imprese che volessero insediarsi ad esempio nell’area del porto di Gioia Tauro sul reperimento della manodopera”.