Dopo Tropea, dichiarata il più bel borgo d’Italia, Vibo Valentia è la vincitrice del titolo
“Capitale del libro 2021”. Un’affermazione, quest’ultima, ricca di significati e di contraddizioni, che interrogano in profondità le coscienze e le responsabilità di quanti hanno ruoli politici e istituzionali in questa terra dai mille problemi irrisolti e che sembra sempre di più allontanarsi dal resto del paese e dall’Europa. Vibo è stata premiata per il miglior progetto con al centro la cultura del libro, capace di coinvolgere il territorio e indicarne il riscatto morale e lo sviluppo civile. Una vera e propria rivoluzione, se non una provocazione, in un territorio terribilmente segnato dalle stimmate del sottosviluppo in tutti gli indicatori economici e sociali e al centro della più pervasiva enclave politico-mafiosa, che le grandi inchieste della magistratura calabrese stanno appena portando alla luce. Eppure, proprio qui sta emergendo prorompente una irrefrenabile voglia di cambiamento, che ha trovato nell’entusiasmo di un Sindaco capace come Maria Limardo, l’immagine finalmente spendibile anche a livello nazionale. È questo il volto di un’altra Calabria, che non ha nulla a che spartire con quella svenduta dai vari talk show locali e nazionali, sotto il falso emblema del diritto di cronaca e della ricerca della verità.
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