- Lo dice all'Agenzia Dire il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, alla notizia che il Cdm presieduto da Giorgia Meloni si terrà giovedi' 9 marzo pomeriggio nel piccolo comune della Provincia di Crotone dove domenica 26 febbraio, davanti la costa di Steccato, è avvenuto il naufragio dei migranti. Il primo cittadino di Cutro spiega di essere stato contattato poco prima della diffusione ufficiale della notizia da parte di Palazzo Chigi.
«Ho sentito la segreteria della presidenza del Consiglio - spiega Ceraso - Ora ci sarà tutta l'organizzazione che compete alla prefettura».
Il sindaco, ricordando ancora tutta la sofferenza che sente la comunità, aggiunge: «Avrei preferito che non ci fosse un Consiglio dei ministri qui perchè avrebbe voluto dire che questa tragedia non era avvenuta. Ieri più di seimila persone, in modo silenzioso, sono andate sulla spiaggia di Steccato per la Via Crucis. La commozione per quello che è successo è ancora grande. Io non sono andato in veste ufficiale ma coma semplice cittadino, senza gonfaloni e senza niente, perchè per tutti noi cittadini quello che è accaduto è un dolore vero, non c'entrano i riflettori che ora abbiamo addosso».
UN NOBEL PER LA PACE «I cittadini di Cutro hanno un grande cuore», dice all’Agenzia Dire il sindaco, Antonio Ceraso. Dai cittadini calabresi, anche via social, sta arrivando alle istituzioni la richiesta forte di una candidatura per la città al Nobel per la pace. «I cittadini sono orgogliosi dell’ipotesi che l’intera comunità possa avere questo riconoscimento – commenta Ceraso – Li renderebbe orgogliosi se arrivasse una così alta onorificenza”.
Sul territorio però qualcuno comincia anche a dire che il riconoscimento dovrebbe andare a tutti i Comuni della Provincia di Crotone. Il sindaco osserva: “Non vorrei che nessuno strumentalizzasse la proposta. Se davvero avenisse, e non sono io in nessun modo a doverlo chiedere, sarebbe un onore per tutta la Regione. Tutti dovrebbero esserne felici. Ne parlano i cittadini, non io. Io posso solo dire che la nostra è una comunità che da sempre soffre la ‘ndrangheta e vorrebbe dire premiare le persone perbene che non hanno paura di avere il coraggio di condannare la mafia».
L’idea di un Nobel a Cutro, di cui si parla sul territorio anche attraverso l’iniziativa di un gruppo Facebook “Calabria è accoglienza, un Nobel a Cutro per la pace”, «significherebbe premiare le persone per bene – osserva il sindaco – ma adesso la priorità mia e dell’intera popolazione è tenere alti i fari sul problema delle vittime che abbiamo adesso e di quelle che si potranno evitare in futuro. La città ed io non vogliamo perdere altri ‘figli’, altre ‘sorelle’ e ‘fratelli’ perchè per noi sono tali, è questo l’obiettivo principale. Non vogliamo più piangere nessuno. La gente è chiusa nel dolore, spera che questo sacrificio serva a qualcosa».
IL RACCONTO DEL SINDACO DI CUTRO «È stata un’ecatombe, non dimenticherò mai quei corpi». A una settimana esatta dal naufragio di Cutro, il sindaco Antonio Ceraso parla con l’Agenzia Dire anche della tragica mattina di domenica 26 febbraio in cui, al largo della costa di Steccato, hanno perso la vita almeno 71 migranti provenienti dalla Turchia. E si parla di circa trenta dispersi, secondo le testimonianze di chi era sul barcone.
Ieri, su quella spiaggia, c'è stata una fiaccolata di cittadini con il sindaco e una via crucis di preghiera per le vittime.
Settantadue anni anni, a lungo comandante della Polizia locale di Cutro e di Crotone, ‘Tonino’, come lo chiamano i suoi concittadini, racconta di avere ancora negli occhi le immagini che si è trovato davanti quando quella mattina, intorno alle 7.15 è arrivato sulla spiaggia dove erano iniziati i primi soccorsi ai sopravvissuti da parte di forze dell’ordine e volontari, mentre i cadaveri che venivano a galla venivano sottratti alle onde del mare per non farli risucchiare.
Una terra difficile quella in cui Ceraso si trova a fare il sindaco. A fine 2022 è stato eletto con la lista civica ‘Gente per Cutro’, cercando di riportare la città alla normalità dopo 24 mesi di gestione commissariale dovuta allo scioglimento per mafia. «Quello che mi ha spinto a candidarmi – racconta Ceraso alla Dire – è stato l’amore per la mia terra. Cutro non è solo ‘ndrangheta, così ci raccontano e non si può negare, ma da noi ci sono tantissime persone perbene, cittadini che vogliono che le cose cambino e io mi sono messo a disposizione».
IL SINDACO DI CUTRO: IO STO CON PIANTEDOSI «Quello che ho visto domenica scorsa rimarrà indelebile nella vita perché tocca profondamente. La cosa che più mi infastidisce è che i riflettori all’indomani si sono puntati su quello che ha detto Piantedosi», sottolinea amareggiato il sindaco di Cutro sulla visita del ministro dell’Interno nei luoghi della tragedia. Il titolare del Viminale aveva dichiarato che «la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli»: parole che avevano creato molte polemiche, con l’opposizione a chiedere le dimissioni di Piantedosi.
«Io ero lì con lui, non è un politico, è un uomo delle istituzioni, non centellina le parole - dichiara Ceraso alla Dire -. Anche io sono un uomo prestato alla politica, mi trovo a fare il sindaco dopo due anni di commissariamento del Comune per mafia. Sono sindaco da tre mesi, appena arrivato ho affrontato un’alluvione che ha distrutto alcune località proprio a Steccato. So cosa vuole dire affrontare i disastri e quello che non serve sono le polemiche». Quello del sindaco di Cutro è un appello al Parlamento dove il 7 e l’8 marzo Piantedosi farà le comunicazioni. «Dividersi ora non serve – spiega il primo cittadino – Disquisire sulla frase del ministro mi sembra assurdo. Il pomeriggio di quella domenica Piantedosi era già a Crotone, non vedo cosa abbia potuto scatenare questa polemica. Si è comportato ottimamente».
Ceraso prosegue: «In questo momento puntare i riflettori su quello che ha detto il ministro non lo capisco. Io ho capito il senso delle sue parole, io stesso non uso un linguaggio politico. Le sue parole sono state quasi un rammarico, un rimprovero al destino per quella situazione. Noi piccoli qui sul territorio, in una comunità come Cutro, siamo riusciti a far sinergia; perché in Parlamento no? Quella mattina ho visto corpi nudi di donne e bambini sulla spiaggia, scene che rimarranno indelebili, ho visto bambini recuperati dalle onde. Dobbiamo parlare di questo, non di cosa ha detto il ministro o di come lo avrebbe detto».
STOP ALLA CACCIA AL CAPRO ESPIATORIO Il sindaco di Cutro ricorda la visita di Mattarella: «C’è stato il presidente della Repubblica commosso, sentiva il disagio e il dolore. E invece in tutti i dibattiti si continua a parlare delle dimissioni. Cosa fa il ministro, si dimette o no? E dopo che si dimette? Poi ce la prendiamo con la Capitaneria di porto e con la Guardia di finanza? Il problema non è trovare il capro espiatorio. Dobbiamo pensare alle cose concrete, alla prevenzione – esorta Ceraso – Quello che è successo a Steccato potrebbe ricapitare tra pochi giorni da qualche altra parte e noi andiamo a disquisire su quello che ha detto Piantedosi. Basta con la speculazione politica».
Per Ceraso ciò che davvero conta in questo momento è «fare sinergia e avere un progetto comune. Hanno amministrato tutti e gli sbarchi avvengono da sempre, parliamo invece di come mai dalla Turchia i migranti arrivano a Crotone passando indisturbati dalla Grecia. Poniamoci questo problema. Noi invece puntiamo i fari sulle parole sbagliate. Il ministro è un tecnico, un uomo dello Stato. Io stesso non sono per niente un politico, sono stato tanti anni a capo della polizia locale. Il politichese non mi appartiene».
LA POLEMICA CON IL SINDACO DI CROTONE: NON GIUSTA LA LETTERA A MELONI «Le polemiche allontanano le istituzioni invece di avvicinarle. La lettera di Voce io non l’avrei scritta. Io me ne sto zitto e penso a quelle povere persone, non distraiamo l’attenzione su altre cose». Questo il commento del sindaco di Cutro sulla lettera appella che ieri il primo cittadino di Crotone, Vincenzo Voce, ha indirizzato a Meloni lamentando l’assenza del Governo e della premier dopo la tragedia dei migranti a largo della costa di Steccato.
Quella frase «“non sei venuta come ministro, vieni come madre” – commenta Ceraso – ha un sentore di rimprovero. È come se avesse evidenziato una insensibilità. In questo momento non bisogna fare polemiche, ognuno di noi ha un’ideologia ma questo è il momento di riflettere. Le chiacchiere devono stare a zero, le polemiche spostano i riflettori dalla tragedia. E non credo che la Meloni sia stata spinta a decidere di fare il Consiglio dei ministri a Cutro per la lettera di Voce. Ma cosa facciamo? Rincorriamo le polemiche per ragioni politiche?».
«ORA CHI AVRÀ IL CORAGGIO DI TUFFARSI NEL MARE DI CUTRO?»
«Qui vedo strumentalizzazione - ribadisce il sindaco di Cutro -. Non è il momento di fare questo, perché alla fine della fiera il disagio rimarrà a noi. Io avevo messo nel mio programma come volano di sviluppo l’agricoltura e il mare, ma adesso chi avrà il coraggio, se non si ‘bonifica’ quel mare, di venire su quei 7 chilometri di costa? Non si tratta di una sola persona, lì c’è stata una strage. Se quei poveri dispersi non vengono a galla, chi avrà il coraggio di andarsi a tuffare in quelle acque? Non sappiamo quando e dove emergeranno i corpi. Ci auguriamo di ritrovare chi ancora è disperso. Purtroppo il mare è sempre agitato e alcuni corpi zavorrati dai giubbotti con la sabbia possono essere ancora lì».
(fonte la www.provinciakr.it)